1 settembre-Giornata per la custodia del creato
Pubblicato il 1 settembre 2023 • Ambiente , Cultura , Sociale
L’Overshoot Day è il giorno che segna l’esaurimento delle risorse rinnovabili che la Terra è in grado di rigenerare nell’arco di un anno solare. La data cambia di anno in anno, a seconda della rapidità con cui le risorse vengono sfruttate.
Nel 2023 è caduta il 2 agosto.
Proprio in tale data, elaborata dal Global Footprint Network, organizzazione internazionale no-profit attenta a monitorare l’impronta ecologica di tutti i Paesi, simbolicamente l’umanità ha esaurito le risorse del pianeta, di fatto superando le sue capacità di rigenerazione nell’arco dell’anno solare 2023.
Secondo questo calcolo, se al mondo esistessero solo i Paesi ricchi e industrializzati, avremmo bisogno di cinque pianeti per sostenerne i consumi quotidiani!
E invece di Pianeta ne abbiamo uno solo, perciò è nostro dovere e, se si vuole, interesse preservarlo per noi stessi e per le generazioni future.
Allo scopo di mantenere alta l’attenzione per la cura di questo nostro Pianeta, con tutte le implicazioni etiche e sociali, il 1° settembre si celebra la giornata per la custodia del creato, iniziativa promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana, in sintonia con le altre chiese europee e in assoluta sinergia con gli impegni condivisi da buona parte degli Stati del mondo. Segna l'inizio del Tempo del Creato, che si conclude il 4 ottobre, festa liturgica di San Francesco d'Assisi.
Il Rapporto di Sintesi AR6 2023 dell’ Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) spiega quanto ciascuno di noi già verifica quotidianamente, cioè che “Si sono verificati rapidi ed estesi cambiamenti nell’atmosfera, nell’oceano, nella criosfera e nella biosfera. I cambiamenti climatici causati dall’uomo stanno già influenzando molti eventi meteorologici e climatici estremi in tutte le regioni del mondo. Questo ha causato diffusi impatti negativi e relative perdite, e danni alla natura e alle persone . Le comunità vulnerabili, che storicamente hanno contribuito meno agli attuali cambiamenti climatici, sono colpite in modo sproporzionato”
Il messaggio lanciato dal Papa per il 1° settembre, che quest’anno titola “Che scorrano la giustizia e la pace”, vuole coniugare la responsabilità verso l’ambiente e verso i suoi abitanti, tutti.
Un’importante sottolineatura del testo evidenzia che su ciascuno di noi gravano il dovere e la possibilità di invertire la rotta autodistruttiva: “pensare globalmente e agire localmente” è un buon motto per garantire risultati autentici e sinergici.
Il primo passo per avanzare verso la transizione ecologica è la conoscenza del proprio territorio, delle sue potenzialità e delle sue criticità.
Occorre quindi tener presenti il consumo di suolo, la protezione di specie animali e floreali, la promozione della biodiversità, la possibilità di produrre energia da fonti rinnovabili; la circolarità nel riuso, riciclo e smaltimento dei rifiuti, la mobilità sostenibile, l’uso consapevole di strumenti inquinanti: detersivi, pesticidi, elettrodomestici, automobile; insomma avere una buona conoscenza dei grandi problemi ecologici.
Il tentativo di studiare un PGT molto articolato e onnicomprensivo, che detti regole concrete e puntuali derivanti da basi solide di conoscenza del proprio territorio (dai punti di vista idrogeologico, urbanistico, agro-forestale, geografico, sociologico, industriale, commerciale…) può diventare un passo verso la gestione consapevole dell’ambiente in chiave ecologica, trasferendo nel locale la visione globale.
il 31 luglio, alla vigilia della 37a Giornata Mondiale della Gioventù̀, i giovani cattolici radunati a Lisbona per il Convegno internazionale sulla Cura del Creato intitolato “L’impegno dei giovani per l’ecologia integrale. Stili di vita per una nuova umanità” chiedono “(…) di promuovere la fraternità universale, la cultura dell’incontro, la benevolenza e gli stili di vita sostenibili ed inclusivi”, sottolineando l’interconnessione e i rapporti causali tra cura del creato, economia, politica.
Al mondo dell’economia, della produzione, dell’imprenditoria i giovani chiedono “maggiore trasparenza sulla finanza e sul commercio e di mettere al bando strategie commerciali che generano sprechi ed ogni sorta di dipendenze nocive. Il vostro marketing promuova stili di vita sostenibili e il profitto non sia la vostra unica bussola”. Non manca un pressante appello ai governanti e alla politica: “Chiediamo politiche lungimiranti per la tutela della casa comune che mettano al centro la persona umana e diano a ciascuno pari opportunità di crescere e contribuire allo sviluppo della propria comunità, combattendo al contempo la povertà, la discriminazione e offrendo a tutti la possibilità di avere una casa”. Nel manifesto si chiede anche la messa al bando delle armi e “la fine a tutte le guerre e di affrontare le prevedibili conseguenze del dirompente innalzamento del livello del mare. “
Da ultimo, al mondo della ricerca scientifica e della tecnologia, i giovani chiedono “ (…) di investire in innovazioni in grado di limitare al massimo l’impatto ambientale delle azioni umane, e in quelle capaci di ripristinare ecosistemi e biodiversità nei luoghi dove sono stati particolarmente danneggiati.” Terminano il manifesto chiedendo che lo sviluppo tecnologico sia orientato ad un solido approccio etico. “La vostra scienza sia al servizio della persona umana”
Da queste raccomandazioni accorate è facile derivare la necessità di adottare “stili di vita con meno sprechi e meno consumi inutili, soprattutto laddove i processi di produzione sono tossici e insostenibili. (…)”.
Ancora il Papa, nel suo messaggio per il 1° settembre raccomanda “adottiamo stili di vita con meno sprechi e meno consumi inutili. Cerchiamo di essere il più possibile attenti alle nostre abitudini e scelte economiche, così che tutti possano stare meglio: i nostri simili, ovunque si trovino, e anche i figli dei nostri figli. Collaboriamo alla continua creazione di Dio attraverso scelte positive: facendo un uso il più moderato possibile delle risorse, praticando una gioiosa sobrietà, smaltendo e riciclando i rifiuti e ricorrendo ai prodotti e ai servizi sempre più disponibili che sono ecologicamente e socialmente responsabili.”
Conoscere, riflettere, agire, credenti e non, a fianco delle vittime dei cambiamenti climatici e con la convinzione che il futuro può ancora essere nelle nostre mani, senza però tergiversare nelle nostre comode abitudini. Per divenire reali custodi del creato.